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ROMA - LA PELANDA CENTRO DI PRODUZIONE CULTURALE

"Nomachi - Le vie del sacro"

 

Tibet

L'artista Kazuyoshi Nomachi con  200 scatti e un  percorso espositivo articolato in 7 sezioni ricostruisce il viaggio di una vita attraverso la sacralità dell’esistenza quotidiana

Sahara

La più grande mostra antologica del fotografo nipponico e anche la sua prima assoluta in Occidente

 

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14 dicembre 2013 – 4 maggio 2014

 

 

 

Nilo

Con una selezione di 200 dei suoi migliori scatti e il filo conduttore della “preghiera alla ricerca del sacro” il MACRO cerca di  ricostruire il percorso allo stesso tempo professionale e spirituale del fotografo giapponese Kazuyoshi Nomachi, mostro sacro del fotogiornalismo mondiale ed esploratore instancabile.

Sette diverse sezioni –Sahara, Nilo, Etiopia, Islam, Gange, Tibet e Ande- raccontano altrettanti remoti angoli del pianeta lasciando trapelare la predilezione di Nomachi per quei luoghi rimasti in qualche modo sospesi nel tempo, immuni al progresso perché prigionieri di una natura tanto aggressiva quanto affascinante piuttosto che di una spiritualità millenaria.

L’allestimento di Peter Bottazzi ricostruisce un viaggio interiore prima che fisico sfruttando al massimo le potenzialità logistiche della Pelanda e utilizzando il legno come mezzo per trasmettere un senso di intimità al visitatore e metterlo a proprio agio. La spiritualità, vero trait d’union tra le varie sezioni, appare attraverso l’obiettivo del fotografo la dimensione che accomuna tutti gli uomini a prescindere dalla latitudine e dal credo professato, come dimostra l’interesse quasi morboso di Nomachi per i soggetti commossi da segni o dimostrazioni di fede.

Gli scatti del fotografo nipponico trasudano il rispetto e l’ammirazione che prova nel vedere questa umanità alle prese con una lotta quotidiana con condizioni di vita estreme in cui la fede può rivelarsi uno strumento di sopravvivenza. Alternando fotografie vecchie e nuove degli stessi luoghi è impossibile non notare come lo scorrere del tempo sembra non avere alcun effetto sul quotidiano delle persone che li popolano, un’immutabilità accentuata dalla mancanza di una qualsivoglia contestualizzazione socio-politica.

Che si tratti del rapporto tra Islam e civiltà persiana, tra buddismo e tradizioni autoctone o tra cattolicesimo e cultura inca, Nomachi è visibilmente affascinato dall’adattarsi della fede alle necessità e alle peculiarità di ogni luogo, come se l’uomo, piuttosto che rinunciare alla spiritualità, arrivasse a piegarla e adattarla ai propri bisogni.

Matteo Lozzi

 

"NOMACHI - Le vie del sacro"

La Pelanda - Centro di Produzione Culturale

Roma, Piazza Orazio Giustiniani, 4

14 dicembre 2013 - 4 maggio 2014