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diretta da Guerrino Mattei
turismo
L’Umbria mistica e guerriera
Gualdo
Cattaneo dal 26 al 30 luglio Festival “Genius Loci.
Musica per palati fini”
Ferentillo 17 agosto Notte bianca
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Per promuovere l’offerta turistica dei centri minori,
tra cui alcuni dei borghi più belli d’Italia, e le sue
eccellenze, 23 comuni dell’Umbria si sono consorziati
proponendo degli educational organizzati da Let's
Travel.
La consolare Flaminia ha forgiato la storia e l’economia
dei piccoli centri che lambiva finché, dopo il Mille,
gli insediamenti fortificati delle aree interne hanno
dato un nuovo assetto al territorio.
Oggi la campagna è disseminata di borghi, castelli,
rocche, torri, abbazie, palazzi signorili e siti
archeologici tra i gialli campi di girasoli. Sul
versante nordorientale dei Monti Martani, tra le Valli
Umbra e Tiberina, costeggiando vigneti e uliveti
giungiamo alla maestosa rocca di Gualdo Cattaneo, le cui
mura racchiudono un dedalo di vicoli. Il castello
edificato dall’imperatore Ottone II nel 975, viene
concesso come feudo al conte germanico Edoardo Cattaneo.
Nel 1494 la città di Foligno, in perenne contesa con
Spoleto, fa erigere una rocca a presidio del castello e
della sua posizione strategica.
Dopo secoli di degrado, è restaurata nel 1955. Ha pianta
triangolare con ai vertici torri troncoconiche
comunicanti mediante cunicoli sotterranei tuttora
percorribili. Il mastio nei suoi cinque piani presenta
tutti gli elementi abitativi di difesa e residenza della
guarnigione. Oggi nelle sere d’estate vi si può godere
un calice di sagrantino, il vigoroso e carnale vino
rosso delle colline.
Dal 26 al 30 luglio il Festival “Genius loci. Musica per
palati fini” mette insieme le suggestioni della Rocca
con la musica di tradizione e di sonorità contemporanee
dei ritmi senegalesi, flamenco, hip hop, musica fusion,
e ogni sera una diversa interpretazione del sagrantino e
altri vini da meditazione,
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È chiamata Rocca sonora essendo dotata di un percorso in cui
una voce recitante (la Rocca) racconta la propria storia
d’armi e di gloria, la vita dei contadini e quella del
castellano, i secoli solitari in compagnia di ragni e
pipistrelli.
Il territorio galdese (dal sassone wald cioè bosco) è
disseminato di una miriade di fortificazioni sorte tra il
XIII e il XIV sec. con caratteristiche difensive, che
costituiscono il “sistema dei castelli”: Pomonte, Pozzo,
Marcellano, Saragano, Ceralto, Barattano, Torri, Cisterna,
Grutti, Simigni, Speltara; Cavallara era l’antica stazione
viaria per cavalli sulla Flaminia e conserva le tracce del
ponte romano detto “del diavolo”; San Terenziano sede dei
legionari romani in età augustea, ricca di monumentali
chiese romaniche in travertino, la locale pietra bianca e
rosa utilizzata per finiture, arredo urbano o complementi di
interni, che ha alimentato l’antica arte degli scalpellini
locali.
I maiali allevati con le ghiande dei querceti a Grutti, la
rendono la patria della porchetta, cibo povero del
territorio insieme al “ciccotto” dal sapore forte e deciso,
che abbiamo goduto fino all’ultimo tocco al festival
“Porchettiamo” dal 10 al 12 maggio. È costituito dagli
scarti dell’animale: orecchie, zampette, stinco, lingua,
trippa e tutte le interiora, disossati a mano e sezionati,
posti nel forno sotto la porchetta insieme alla quale
cuociono con il suo grasso aromatizzato di aglio rosso di
Cannara e rosmarino, sale, pepe nero e finocchio. Sapido e
speziato, è utilizzato anche nei sughi o nelle minestre di
ceci o fagioli.
Il ciccotto di Grutti è presidio Slow Food.
Nel pomeriggio, il misticismo che impregna la regione ci
attira verso l’Abbazia di San Pietro in Valle, aggrappata
alla costa del fiume Nera nel territorio di Ferentillo.
Unico esempio di arte longobarda e dell’attività eremitica e
benedettina in questa lussureggiante valle, conserva le
atmosfere medievali integrate con la suggestione del
paesaggio.
La leggenda narra degli eremiti siriaci Lazzaro e Giovanni
che nel 535 diedero vita a un eremo accogliendo chiunque
volesse dedicarsi alla vita monastica.
Nell’VIII secolo il duca di Spoleto Faroaldo II amplia
l’eremo e fonda l’Abbazia, dove prende l’abito monastico e
vi trova sepoltura, destinandola a mausoleo dei duchi
longobardi. Con la sconfitta del re Desiderio ad opera di
Carlo Magno nel 774, il territorio viene annesso al regno
dei franchi e donato al Papa, presupposto della fondazione
del Regno Pontificio in un’area comprendente vari castelli
che controllavano strategicamente le vie di comunicazione
dalla Sabina alle Marche. Saccheggiata dai saraceni, risorge
e da Gregorio IX viene assegnata ai cistercensi.
Papa Innocenzo VIII, avviata l’opera di moralizzazione
contro la stregoneria, nel 1484 l’affida alla famiglia Cybo,
suo casato di nascita.
La
chiesa romanica con facciata a capanna è affiancata dalla
torre campanaria longobarda. Interno a unica navata con
soffitto a capriata, altare longobardo, affreschi medievali
e di scuola romana e umbra. I reperti storici delle diverse
epoche, dai longobardi al rinascimento, la rendono un
“unicum” ed è stata dichiarata monumento nazionale. Con
l’esproprio dei beni della chiesa seguito all’unità d’Italia
viene acquistata dalla famiglia accomandataria degli Ancajani, finché nel 1917 l’ultimo discendente cede la
chiesa al parroco e vende il convento che è stato
trasformato in residenza d’epoca, con le camere ubicate
nelle celle contrassegnate dai nomi dei vecchi frati, dove
il sonno è vera beatitudine. Nell’antico refettorio, e
d’estate nel chiostro, è servita la colazione con i
prodotti delle antiche ricette.
A Ferentillo il 17 agosto la notte bianca offre spettacoli,
musica, specialità enogastronomiche, vino e birra.
Tania Turnaturi
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