FactaNet
direttore
Guerrino Mattei
girandolando
GALLIPOLI
(TA) - IL MARE RACCONTA
A
tavola con la
signora Barbara
A bordo della
motobarca Sparviere: pesce pescato, cotto e mangiato
In piazza Carducci a Gallipoli è arrivato il
#ilmareracconta con
laboratorio del Gusto, con degustazione e show
cooking, area informativa ed espositiva delle specie
dei pesci del pescato locale, con la partecipazione di
biologi esperti, attività di sensibilizzazione ed
educazione al consumo delle specie ittiche dei mari
pugliesi nelle scuole elementari, mostre itineranti con
il progetto ...fotografico “Night fall” a cura di
Andrea Laudisa, la proiezione di un video
documentario “Sea Stories”, a cura di Mattia Epifani
ed altro ancora tutto da vivere e scoprire .
"Il mare ci restituisce ciò che gli
diamo"
La
piccola pergamena con questa citazione è all'interno di
una bottiglia di vetro trasparente che troviamo sotto ad
un gazebo in una piazzetta al centro di Gallipoli, mentre
degustiamo le specialità locali preparate dalla Signora
Alessandra Ferramosca , organizzatrice
dell'evento: "Il mare racconta".
Gallipoli 13 novembre 2015
GRUPPO Azione
Costiera - Obiettivo principale della strategia GAC
(sviluppo su 4 linee principali):
Realizzazione di un sistema di sviluppo locale che sia
integrato e basato sulle risorse locali, in grado di
valorizzarne le potenzialità produttive, le tipicità e
le risorse locali, specie nel comparto Ittico, attraverso
il consolidamento dell’assetto politico-economico-sociale esistente, per la crescita
del sistema locale e la partecipazione di tutti gli
attori ai processi decisionali.
A
questo scopo il GAC (Gruppo
Azione Costiera) “Jonico
Salentino” promuove, nell’ambito del
Progetto Mediterranean
Fishery Heritage Coast Cultures and Traditions -
Medit.Cul.T., le
iniziative itineranti alla scoperta delle "Comunità
e delle culture costiere", realizzate dal
RTI Mediamorfosi-Proàgo.
***
Invitati
insieme ad un gruppo di giornalisti e blogger di
tutt'Italia, all'insegna del "Il mare racconta" ci siamo imbarcati il 13 novembre sul far dell'alba sullo "Sparviere",
motobarca d'altura per una giornata di pesca alla canna
e il relativo pescato portato in tavola sulla tolda,
fresco fresco di friggitura. E come è bene dire in
questo caso: dal pescatore al consumatore in diretta::
pescato, cotto e mangiato!
Ufficio
stampa organizzativo dell'evento:
MEDIAMORFOSI
strategie di comunicazione
Lia Bencivenga
ph./fax + 39 0833 261038 - mobil +39 3475377021
Corso Roma, 211 - Gallipoli
relazioniesterne@mediamorfosi.net
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Il nostro itinerario
bio-gastronomico ha inizio il giorno prima da Gallipoli
verso le acque del mare salentino, aspre e generose.
E' la gita in barca il
"piatto forte" ed ha inizio il mattino presto sul ponte
dello “Sparviere”, peschereccio da mare aperto
trasformato in barca turistica per la pesca con il
"bolentino". Salpiamo con ancora il colore rosa che
tinge un lembo di cielo dove l'alba ormai avanzata
esorta il nocchiero a prendere il largo.
Siamo ospiti della Signora
Barbara e di suo marito, pescatori entrambi,
proprietari del peschereccio sul quale sono saliti una
ventina di novelli pescatori, fra i quali: giornalisti,
fotografi, guida e personale di bordo. Lo scopo
dell’escursione è quello di rilanciare mediaticamente la
pesca-turismo con il “bolentino”: termine
con il quale vengono chiamate una serie di tecniche che si praticano
da una imbarcazione ed a una certa distanza dalla costa,
utilizzando canna e mulinello.
Un modo nuovo antico di
affrontare il mare e le sue risorse con la canna, quasi
a diporto. Come osserva un collega: “questo tipo di
pesca, altamente ecologica, consente di uscire in mare
con una sola barca e tante persone, invece di tante
barche piccole con altrettanti individui, evitando
dovizia di scarichi e imperizia marinara. Tutto questo
su larga scala dannoso all’ambiente e all’habitat
ittiologico del mare salentino”.
Causa delle criticità del
momento, la signora Barbara e marito hanno riadattato lo
Sparviere da peschereccio a barca da pesca
truristica, per offrire agli escursionisti la possibilità
di una piacevole esperienza in mare, oltre all'ebbrezza
della "prima pesca".
A 3 miglia dalla costa
viene gettata l'ancora e sotto la guida attenta dei
proprietari, dopo aver imparato a mettere le esche negli
ami, tutti allineati sia a babordo che a tribordo
dell'imbarcazione, al loro via, lanciamo in mare le
canne da pesca colorate e aspettiamo...! Incuriositi,
alcuni più esperti, altri più maldestri e scettici,
sembriamo tutti allertati in posa in attesa di
immortalare l'evento: un pesce "abboccato" a venti
metri di profondità.
Ecco il primo pesciolino
che abbocca fra l'ilarità generale, poi un secondo, un
terzo e via via che il tempo trascorre i piccoli secchi
posti ai nostri lati cominciano a riempirsi di pesci di
varie forme e colori, lucenti e guizzanti...pronti ad
entrare nel cucinino che si trova nella parte anteriore
della barca.
La padrona di casa,
contornata dagli strumenti ed ingredienti per la
frittura ci cattura con il suo garbo e la disponibilità,
e con la velocità tipica delle donne che non possono
permettersi di perdere del tempo prezioso. In un lampo
allunga tre tavoli, vi appoggia una vivace tovaglia a
fiori azzurri, e dello stesso colore sono i piatti
adagiati su di essa. Il desinare è pronto ed i
commensali pure. Il tutto se si potesse fermare sulla
tela, potrebbe essere una effigiazione delicatissima ed
un tutt'uno con il colore del mare e del cielo.
Il profumo della frittura
ci delizia: il nostro pescato ora è in tavola unito ai
nostri commenti di "chi ha pescato cosa"! Buon vino
scorre anche per altre pietanze rigorosamente di pesce,
preparate dalle sapienti mani e dalla vivace fantasia di
Barbara.
In questa bellissima terra
salentina o in qualsiasi altro posto di mare la vita è
diversa. Non si vive di ora in ora ma secondo l'attimo:
si, la gente di mare vive secondo l'attimo, vive in base
alle correnti, regola la propria vita conforme alle maree
e al corso del sole.
Chiudiamo questa
esperienza, anche per noi lavorativa, con un pensiero di
Dacia Maraini: "Ah, io non chiederei d'essere un
gabbiano né un delfino; mi accontenterei d'essere uno
scorfano - che è il pesce più brutto del mare - pur di
ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell'acqua".
Ed io sono qui a chiedermi:
nelle città di mare chissà a chi si rivolge la gente per
ritrovare il proprio equilibrio: forse alla luna?
Mariagrazia Zen
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