Recensione
Da sempre attenta e ricercata nella scelta degli
artisti la Galleria Alessandra Bonomo espone, fino
alla fine di luglio, “Ab Olympo”, l’ultimo lavoro del
fotografo tedesco Elger Esser, un ritorno
dell’artista ai luoghi della sua infanzia italiana che ha
come protagonista il Giardino di Ninfa, nell’agro pontino.
Cresciuto a Roma, Esser non è il primo a rimanere
rapito dalla bellezza del Giardino, un piccolo paradiso
bucolico che ha visto il passaggio di artisti del calibro di
Giorgio Vasari, Gabriele D’Annunzio, Virginia Woolf e Truman
Capote.
Il titolo della mostra lascia intendere la
fascinazione del fotografo tedesco per una mitologia ormai
estinta, un legame tra natura e sovrannaturale che Esser
cattura immortalando l’atmosfera anacronistica che si
respira nel parco.
Artista da sempre alla ricerca di mezzi espressivi
non convenzionali, opta per la stampa su alluminio per dare
vita a opere uniche a metà tra pittura e fotografia, scelta
funzionale all’idea di giardino sospeso nel tempo al centro
della sua ricerca concettuale.
Da sempre ossessionato dai corsi acqua, che
l’artista lega inevitabilmente allo scorrere del tempo, si
concentra su quelli che definisce “paesaggi dell’anima”, una
passione che lo porta a ritrarre soprattutto la campagna
francese ma anche il Nilo e la provincia italiana: questo
percorso artistico gli vale la nomea di “eretico” rispetto
alla predilezione per le vedute urbane della scuola di
Dusseldorf, di cui è comunque considerato uno dei maggiori
esponenti.
La passione per le cartoline di inizio Novecento,
di cui è collezionista, traspare senza mezzi termini dalle
sue scelte personali, dai tempi d’esposizione lunghi alle
tonalità “vintage” che oscillano tra il seppia e il bianco e
nero, in cui il colore e la luce solare restano però sempre
protagonisti.
Ultimo ma non meno (Last but not least)
tra le ragioni per non perdersi la mostra la splendida
cornice della Galleria Alessandra Bonomo, un piccolo
gioiellino in un cortile di via del Gesù al riparo dal caos
del centro capitolino.
Matteo Lozzi
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