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diretto da Guerrino Mattei

  

 

 

  arte 

 

 

 

 

 

ROMA - GALLERIA ALESSANDRO BONOMO

 

ELGER ESSER

 - Ab Olympo -

Un ritorno dell’artista ai luoghi della sua infanzia italiana che ha come protagonista il Giardino di Ninfa, nell’Agro pontino

Percorso artistico gli vale la nomea di “eretico” rispetto alla predilezione per le vedute urbane della scuola di Dusseldorf, di cui è comunque considerato uno dei maggiori esponenti.

Aperta dal 5 al 30 luglio 2014

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Galleria Alessandra Bonomo – Via del Gesù, 62

Dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 19.00

Ingresso libero

 

 

 

 

 

Recensione

 

 

Da sempre attenta e ricercata nella scelta degli artisti la Galleria Alessandra Bonomo espone, fino alla fine di luglio, “Ab Olympo”, l’ultimo lavoro del fotografo tedesco Elger Esser, un ritorno dell’artista ai luoghi della sua infanzia italiana che ha come protagonista il Giardino di Ninfa, nell’agro pontino.

Cresciuto a Roma, Esser non è il primo a rimanere rapito dalla bellezza del Giardino, un piccolo paradiso bucolico che ha visto il passaggio di artisti del calibro di Giorgio Vasari, Gabriele D’Annunzio, Virginia Woolf e Truman Capote.

Il titolo della mostra lascia intendere la fascinazione del fotografo tedesco per una mitologia ormai estinta, un legame tra natura e sovrannaturale che Esser cattura immortalando l’atmosfera anacronistica che si respira nel parco.

Artista da sempre alla ricerca di mezzi espressivi non convenzionali, opta per la stampa su alluminio per dare vita a opere uniche a metà tra pittura e fotografia, scelta funzionale all’idea di giardino sospeso nel tempo al centro della sua ricerca concettuale.

Da sempre ossessionato dai corsi acqua, che l’artista lega inevitabilmente allo scorrere del tempo, si concentra su quelli che definisce “paesaggi dell’anima”, una passione che lo porta a ritrarre soprattutto la campagna francese ma anche il Nilo e la provincia italiana: questo percorso artistico gli vale la nomea di “eretico” rispetto alla predilezione per le vedute urbane della scuola di Dusseldorf, di cui è comunque considerato uno dei maggiori esponenti.

La passione per le cartoline di inizio Novecento, di cui è collezionista, traspare senza mezzi termini dalle sue scelte personali, dai tempi d’esposizione lunghi alle tonalità “vintage” che oscillano tra il seppia e il bianco e nero, in cui il colore e la luce solare restano però sempre protagonisti.

Ultimo ma non meno (Last but not least) tra le ragioni per non perdersi la mostra la splendida cornice della Galleria Alessandra Bonomo, un piccolo gioiellino in un cortile di via del Gesù al riparo dal caos del centro capitolino.

Matteo Lozzi