Nato anni fa
grazie all’intraprendenza e alla lungimiranza dello staff di
NUfactory, a metà tra un progetto di riqualificazione urbana
– nello specifico del quartiere Ostiense- e un evento di
street art in senso stretto, l’Outdoor urban art festival ha
subito messo d’accordo critici più tradizionalisti e fan di
arte urbana della prima ora. In una città dove spesso le
sperimentazioni sono viste con sospetto e pregiudizio e il
writing non gode di una buona fama l’Outdoor ha avuto il
merito, tra gli altri, di rianimare il dibattito intorno ai
concetti di arte, decoro urbano e riqualificazione,
catalizzando le diverse anime di un fenomeno artistico
potente e interessante come la street art. L’idea di questa
edizione del festival, espressa dal manifesto “moving
forward”, è quella di un cambiamento, di una forma artistica
che non può adagiarsi né essere autoreferenziale ma che deve
cercare continuamente di rinnovarsi e reinventare se stessa.
Questo rinnovamento è incarnato nello specifico da un nuovo
quartiere, San Lorenzo, e da una location inedita e
originale, l’interno dell’ex dogana dello scalo ferroviario,
contrapposta agli spazi aperti che erano state le “tele”
degli artisti nelle precedenti edizioni. Avere a che fare
con spazi chiusi, luci artificiali e un concept che, nelle
intenzioni degli stessi organizzatori, doveva essere una
sorta di “biennale delle street art” ha messo gli artisti di
fronte alla contraddizione dell’arte di strada che entra
nelle quattro mura. Jbrock, Laurina Paperina, Buff Monster,
Blaqk, Faith 47, Lady Aiko sono solo alcuni dei nomi degli
artisti presenti, divisi per paese negli oltre 5000 mq di
spazio espositivo in un sapiente miscuglio di veterani e
nuovi nomi. La serata d’inaugurazione, che ha visto
alternarsi alla console nomi di punta dell’etichetta
Congaloid e mostri sacri dell’hip hop francese come Kohndò e
che sarà solo la prima di una serie di eventi, è stata la
dimostrazione che la forza rinnovatrice della street art si
sposa perfettamente con altre forme d’arte e che una
sacralizzazione degli spazi espositivi non fa altro che
limitarne lo slancio creativo: la serata è stata un vero
successo e lascia davvero ben sperare per il closing act del
22 novembre. L’Outdoor festival è un’occasione unica per
vedere artisti di grande spessore esprimersi in totale
libertà in una location inusuale per il movimento e di
approfittare degli spazi dell’ex dogana il cui destino,
purtroppo, è ancora incerto.
Matteo Lozzi
|