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diretto
da Guerrino Mattei
arte
ROMA - MACRO TESTACCIO
Giuliano Vangi: Opere 1994-2014
a cura
di Gabriele Simongini
Protagonisti trenta
sculture, molte delle quali di grandi dimensioni, ed una
ventina di disegni del maestro toscano
19 ottobre 2014 - 18 gennaio 2015
Nel
padiglione 9A e 9B al Macro di Roma in piazza Orazio
Giustiniani 4 la mostra delle opere dello scultore
Giuliano Vangi è ancora visitatissima, anche se
dall’apertura del 19 ottobre scorso la “smania
compulsiva” di chi nella capitale non vuole perdersi
nulla dal punto di vista artistico-culturale dovrebbe
essere pressoché esaurita. Il 18 gennaio 2015 è la data
fissata in cartellone per la chiusura, salvo qualche
prolungamento che a volte avviene quando l’evento
richiama pubblico oltre ogni previsione.
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Info:
MACRO Testaccio
Piazza O. Giustiniani 4, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 16.00-22.00
La biglietteria chiude 30 minuti prima
Tariffa intera: non residenti 8,50 €, residenti 7,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 7,50 €, residenti 6,50 €.
Tel: +39 06 67 10 70 400
www.museomacro.org
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Con la
sapiente cura di Gabriele Simongini, l’allestimento di Mario
Botta e l’organizzazione di Studio Copernico - Milano, la
rassegna propone “un viaggio nel cuore dell’uomo e nel
destino della forma plastica”. Questo è il senso profondo
della monumentale esposizione “Giuliano Vangi: Opere
1994-2014” promossa da Roma Capitale, Assessorato alla
Cultura, Creatività e Promozione Artistica - Sovrintendenza
Capitolina ai Beni Culturali e dal MACRO.
Protagoniste trenta sculture, molte delle quali di grandi
dimensioni, ed una ventina di disegni che presentano un
maestro sorprendente, rivolto alle ultime generazioni con la
sua potente riflessione sul rapporto uomo-natura-società,
anche in termini di violenza e prevaricazione.
Vangi,
già “Praemium Imperiale” per la scultura nel 2002,
considerato il più grande scultore figurativo italiano
contemporaneo, torna ad esporre a Roma dal lontano 1978:
allora impegnato con una personale di ampio respiro
allestita all’Istitiuto Italo-Latino Americano..
Il
critico Simongini nel catalogo pubblicato da Silvana
editoriale processa la rassegna così: «parafrasando
Pasolini, si può dire che la scultura di Vangi ha la forza
di rivelare, in tempi dominati invece dall’oscurità
dell’oblio, “la scandalosa forza rivoluzionaria del
passato”, della memoria, della tradizione. Lo scultore
toscano tenta di affermare plasticamente lo “scandalo” del
grande racconto intorno all’uomo, al suo destino, costituito
sulle rovine del progetto modernista e della frammentazione
postmoderna. Vangi ha il coraggio di chiamare in causa la
tensione dell’epico, del mitico, del tragico, parole e
concetti oggi cancellati e negletti».
Scultore
e pittore nato nel 1931 a Barberino di Mugello, Vangi ha
studiato all’Istituto d’Arte e all’Accademia di Belle Arti
di Firenze. Dal 1950 al ’59 ha insegnato presso l’istituto
d’arte di Pesaro. Nel ’59 si trasferisce in Brasile dove si
dedica a studi astratti, lavorando cristalli e metalli
quali ferro e acciaio. Nel ’62 rientra stabilendosi prima a
Varese e poi a Pesaro. Ha esposto in sedi prestigiose sia in
Italia che all’estero, tra cui si ricorda la prima
importante esposizione nazionale a Palazzo Strozzi nel ’67.
Negli anni successivi in tutto il mondo si susseguono
numerose presenze dell’artista in spazi pubblici e privati.
Fra i
lavori esposti spiccano bronzi di dimensioni eccezionali
come “Veio” (2010), tre imponenti graniti (“Persona”,
“Granito rosso” e “Ulisse”), una scultura di impatto
sconvolgente sul tema tragico e quanto mai attuale della
decapitazione come “C’era una volta” (2005), un ciclo
inedito di grandi opere a due facce, che fanno dialogare
scultura e pittura (“La bruma del mattino”, “L’uomo”,
“L’uomo che corre”, tutte del 2014), tre marmi bianchi sul
rapporto donna-mare (2014), la bellissima “Ragazza con
capelli biondi” (2014), in legno di tiglio dipinto e il
bronzo "2011", di un realismo impressionante, con uno dei
tanti "indignados" che dalla Spagna diedero il la ad un
travolgente movimento di protesta internazionale.
Guerrino Mattei
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