Negli anni passati la più vivace ed artistica via di Roma
era decaduta nonostante due volte l'anno
vi si allestiscano eventi artistici di tutto riguardo.
Nel
passato, circa a metà della caratteristica
stradina, sulla sinistra addossato ad una galleria era
cresciuto un fico simbolo e mascotte delle mostre.
La strada
la sa "lunga" sulla storia dell'arte e sulla fame che i suoi
sampietrini hanno visto proliferare quando vi circolavano artisti poveri, alcuni dei quali
si sono persi in una
battaglia senza gloria: quella personale.
Tuttavia vi hanno esposto anche pittori e scultori fortunati, quali
Guttuso, Marras, Montanarini, Trotti, Fazzini, Omiccioli,
Schifano, Purificato, Fellini ed altri che vitalizzarono la
cosiddetta "Scuola Romana" a cominciare da Attardi. Poi
tanti
minori, non nella bravura ma semplicemente nella fortuna,
che si rintanavano al "Barretto" a giocare a dama.
Ricordiamo
la fatina decana di via Margutta Licia Albergati e il
compagno "segreto" Romolo Pontecorvi, fondatore del
movimento pittorico "G.A.I": (gruppo artistico italiano).
Altri ancora con gli anni ce li siamo "bevuti", abituali
abitatori del fresco in tutti i sensi.
Vi è passato il grande Nuccio Fontanella, scultore di
bronzetti raffinato che volle lasciare questo mondo e le
"cere a perdere" per guardarle dall'alto, pronto pr nuovi
viaggi,
Per la prima volta l'organizzatore Vespaziani ha aperto la
porta a un fotografo, Fabrizio Loiacono, che
fotografa e incide forme da scatto rivestite e
trattate con materiale ferroso di recupero, per dare
al manufatto la bellezza dell'istantaneità ma anche la
prodigiosa forza lavoisieriana, secondo la quale tutto si
trasforma ma nulla si distrugge.
Fabrizio Loiacono è tutto questo, visto come menestrello
dell'arte che, nella ricerca applicata alla
sperimentazione si fa carpentiere di una
pannellatura, sfidando nel bello la strada e la
continuità.
Niente di nuovo sotto il sole: in America Louise Nevelson con il
recupero degli scarti ha improntato artisticamente un secolo.
Quello che diverge fra un quadro e l'altro dei vari artisti è
la diversificazione strutturale che comporta l'assemblamento
della forma: l'intelletto non interviene, la mano esegue.
Via Margutta e i Cento pittori sono una piccola
palestra, nella quale si arriva formati e ci si confronta per
alcuni giorni, per una nuova epifania dell'arte che la
globalizzazione non può disattendere.
Guerrino Mattei
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