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direttore Guerrino Mattei
cultura
SCARDOVARI
(RO) - MARINA 70
Il poeta pescatore
Liriche di Berto Boscolo,
menestrello della terra rodigina
La silloge, a cura di Sandro Marchiorro ( Promedia
Editore, € 12.00), racconta della terra e dei sentimenti
che legarono il poeta ad un’esistenza spesso avara anche
nelle aspettative, ma piena di speranza e di voglia di
continuare. Con lungimiranza, sicuro che avrebbe dato
sicurezza, lavoro e stabilià economica a quanti si erano
adoperati insieme a lui nei lunghi anni di lavoro,
Boscolo ha lasciato soprattutto la sua integrità morale
di cui tutta la famiglia va fiera, all'insegna della
laboriosità.
***
Remigio Boscolo
titolare Ristorante MARINA 70
via Belvedere, 2
45018 Scardovari (RO)
348 7672316 - 0426 80080 - 0426 748022
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L’incontro con la poesia di Berto Boscolo è avvenuto nel
giugno del 2014 durante un ecotour nelle valli del Polesine
al “Ristorante Marina 70” gestito dalla famiglia Boscolo,
legata al poeta da vincoli stretti di parentela. Sono i
figli e le mogli che gestiscono ristorazione e accoglienza
con simpatia e tanto sorriso e buon umore che rendono
piacevole la sosta entro un paesaggio lacustre bonificato
all’insegna della continua meraviglia.
Questa “Perla all’interno del Po”, così è stata definita dai
frequentatori, deve la sua genesi al poeta pescatore Berto
Boscolo (Morosini) nato nel 1915 a Goro, cittadina del
Polesine. La biografia del poeta è scarna, di una
linearità impressionante come l’ambiente in cui ha dimorato
per tutta la vita legando la sua attività alla pesca,
tremendamente semplice se non fosse per gli accenti lirici
altamente espressivi delle sue composizioni che ben la
scandiscono. Eccola: dopo aver passato la sua infanzia a
Goro si trasferì a Scardovari dove rimase per tutta la vita,
diventando un vero e proprio personaggio per tutta la
comunità del Delta.
Morì nel 1984 lasciando un bella e numerosa famiglia che
oggi continua il suo sogno rendendo Marina 70 una “perla nel
delta del Po”. Un busto semi adombrato nel parco antistante
la struttura lo vede impettito, fiero con le mani
appoggiate sul suo libro, “Il poeta pescatore”, come artigli
pronti a non mollare la preda al falco dell’indifferenza e
della distrazione quotidiana: Il consumismo.
La lirica intimista quanto struggente, “ Io vorrei fare il
Santo Natale”, parla della sua famiglia e del periodo
trascorso lontano dai ricordi e da quanti hanno accompagnato
i suoi sogni. In alcuni versi il poeta vorrebbe che Gesù
Bambino nella mangiatoia spoglio e al freddo fosse vicino a
lui “Per poterlo riscaldare / con il
fuoco del mio camino. / Fiocca
la neve e c’è tanto freddo, / di fuori fischia
il vento / ma il caldo è dentro.”
Poi la chiusa melanconica evoca quanto da fanciullo aveva
lasciato. “Sono dovuto venir via / ma
fra i granelli di / sabbia c’è rimasta la mia anima;
/ però i granelli di sabbia spinti / dal vento possono
volare via…”.
Un lirismo animistico, biografico e volutamente non
artefatto per andare in compagnia, in certi passaggi
bucolici ove prevale l’abbandono della stilistica
costruttiva, di un Quasimodo che forse lui non ha mai
letto, ma che il buon Dio sotto forma di dono misterioso ha
voluto regalargli a futura memoria.
Guerrino Mattei
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