Palazzo
Chigi, prestigiosa residenza fra le più significative della
cittadina di Formello, è stato debitamente trasformato in
ostello della gioventù per fornire ai pellegrini moderni e
ai viaggiatori della Via Francigena una forma innovativa di
ricettività inserita in un sistema integrato di accoglienza
e ospitalità che preveda anche la conoscenza del territorio
e la sua valorizzazione turistica.
L’Amministrazione Comunale di Formello ha provveduto, già
dal lontano 2010, a rendere interamente fruibile con piste
pedonali, ciclabili ed ippovie l’intero percorso della Via
Francigena che attraversa il suo territorio, mentre il
vicino comune di Roma deve ancora completare, al riparo del
traffico cittadino, l’ultimo kilometro dell’ultima tappa,
quello che termina con l’arrivo in Piazza San Pietro e
completa in bellezza l’intero tratto lungo circa 12
kilometri.
Lo stesso palazzo offre ospitalità anche al Museo
Archeologico dove sono in bella mostra vari reperti tutti
rinvenuti nell’interland tra cui un meraviglioso fregio
marmoreo residuato di un mitreo.
La preesistente torre del palazzo ha subito nel corso degli
anni i danni provocati dal tempo e la sua ricostruzione è
stata affrontata con un supporto metallico che ben
s’inserisce nella struttura residua. Gli scalini che
portano alla sommità indicano ciascuno una tappa della via
che agli inizi dell’anno mille, percorse l’Arcivescovo di
Canterbury Sigerico per venire a Roma a ritirare il pallio
che il Papa gli aveva conferito, insieme alla sua nomina.
Preziosa testimonianza di questo avventuroso viaggio è stata
lasciata nel diario di Sigerico, testo che oggi fa bella
mostra di se a Londra nella National Library. Dalla vetta
della torre si gode un panorama unico per fascino e bellezza
sul territorio della bassa Tuscia.
Da quassù lo sguardo spazia sia sulla strada
percorsa che su quella ancora da percorrere. Possiamo
individuare i pensieri del pellegrino viaggiatore: curiosità
su quanto resta da scoprire, soddisfazione per la strada
percorsa e l’intento di fissare nella memoria questa
camminata come una bella impresa, una di quelle che
riempiono di soddisfazione e danno senso e scopo a una vita
vissuta, in questa occasione, da protagonista.
Donatello Urbani
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