Presentazione
Giunto alla XII edizione, si terrà a Trieste dal 29 giugno
al 2 luglio 2015. Le terne finaliste sono state annunciate
il 14 maggio nella sede RAI di Roma, presenti il direttore
di Rai1 Giancarlo Leone, il direttore di Radio1 Rai Flavio
Mucciante, il portavoce Unicef Italia Andrea Iacomini e
Daniela Luchetta, presidente della Fondazione Luchetta Ota
D’Angelo Hrovatin e moglie di Marco,.
BBC, Channel 4 e Canale 5/Mediaset, con le corrispondenze
dei reporter Caroline Hawley, Jonathan Rugman e Pietro Suber
sono i finalisti del Premio Luchetta 2015 per la sezione Tv
News. La reporter Caroline Hawley di BBC ha raccontato la
storia delle sorelle siriane Qamar
e Rahaf, colpite da una bomba mentre dormivano;
l’inglese Jonathan Rugman per Channel 4 ha testimoniato dall’elicottero
militare le operazioni di soccorso ai rifugiati Yazidi
minacciati dall’Isis nell’agosto 2014; e infine
Pietro Suber ha documentato per Tg5/Tg Com la realtà
di uno dei centri di cura per malati di Ebola, molti
giovanissimi.
Per la sezione Quotidiani/Periodici in finale quest’anno il
Corriere della Sera, con il reportage di Davide Frattini
dalla Palestina, il Venerdì di Repubblica con il servizio di
Antonella Barina dal Tamil e Avvenire con la corrispondenza
di Elena Molinari sulle morti dei giovani afroamericani
negli Usa.
Pablo Trincia di La7, Lyse Doucet di BBC e Medyan Dairieh di
Vice News sono i finalisti della sezione Premio Luchetta
Reportage. Paris Match, The Guardian e The Washington Post
nella terna della Stampa internazionale. Infine per la
migliore fotografia, selezionati gli scatti di Vincenzo
Floramo (Al Jazeera Magazine), di JM Lopez (El Pais) e
Zmnako Ismael (Time).
La serata dei conferimenti denominata “I nostri Angeli”
2015, evento clou del Premio Luchetta in programma il 2
luglio, è affidata ad Alberto Matano (Tg1), ripresa e
trasmessa da Rai1.
La “Fondazione Luchetta, Ota, D'Angelo, Hrovatin”,
costituita all'indomani dei tragici fatti di Mostar – dove
il 28 gennaio 1994 persero la vita i giornalisti Marco
Luchetta, Alessandro Ota, Dario D'Angelo, seguiti nella
tragica sorte dal collega Miran Hrovatin, assassinato a
Mogadiscio nel marzo dello stesso anno – aiuta bambini
affetti da malattie non curabili nei loro paesi d'origine, .
Ha ospitato e aiutato a curare oltre 450 bambini provenienti
da 5 continenti e da 50 Paesi nei quali è impossibile
fornire anche la più semplice delle cure.
«Puntiamo a garantire sempre la massima professionalità,
anche negli interventi più complessi – affermazioni del
presidente signora Lucchetta – sia rispetto agli arrivi dei
minori dall'estero per le cure, che per le nuove attività
sociali della Fondazione verso i minori italiani e stranieri
che già vivono a Trieste».
Guerrino Mattei
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