Da mercoledì 27 gennaio, ritornano in scena al Teatro
Parioli Peppino De Filippo, gli appuntamenti dedicati ai
Processi alla Storia che hanno visto al centro del
dibattimento processuale personaggi come Winston Churchill,
Margaret Tatcher, Tony Blair, Erasmo da Rotterdam, Lucrezia
Borgia, Francois Mitterrand, Helmut
“La scelta di processare ad Albert Einstein a cento anni
dalla formulazione della teoria della relatività generale
commenta l’ autrice Elisa Greco, nasce dalla
volontà di esplorarne le passioni, le scelte che ne hanno
determinato la vita, il ruolo sostenuto prima e durante la
seconda guerra mondiale fino ad arrivare al Manifesto
Russell-Einstein e al Nobel della pace del 1955” E
saranno i protagonisti che, a braccio, con il loro
dibattimento, dovranno convincere della colpevolezza o
dell’innocenza il pubblico che al termine, nella veste di
giuria popolare, emetterà il suo verdetto
A presiedere la Corte l’on Umberto Del Basso De Caro,
sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti; pubblico ministero sarà Valerio Rossi
Albertini, fisico del CNR, professore di Scienza dei
Materiali alla Università La Sapienza e la difesa affidata
all’on Francesco Paolo Sisto, componente commissione
Affari costituzionali della Camera dei Deputati.
Nel ruolo dello scienziato e premio Nobel Chicco Testa,
presidente Assoelettrica, mentre chiamati a testimoniare
saranno la giornalista Enrica Bonaccorti nei panni di
Marie Curie, Gianluca Comin, docente di
strategia della Comunicazione della Luiss, fondatore della
Comin&Partners nelle vesti dell’allievo e scienziato
austriaco Philipp Frank e il direttore generale del
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Fiorenzo
Galli nel ruolo del filosofo Bertrand Russell
Prima dell’inizio dello spettacolo verrà presentato Il
progetto “la Shoah dell’Arte”, dell’associazione ECAD, pochi
minuti per ricordare insieme gli artisti e le loro opere
sopravvissute. Verrà ascoltato un frammento di una opera di
Aldo De Benedetti.
Vi invitiamo a riflettere che se la vita dell’autore fosse
finita in un campo di sterminio e le sue opere fossero state
distrutte, perché “degenerate” o ritenute avverse alla
politica razzista, vi trovereste ora davanti ad un vuoto, ad
una solitudine impotente e opprimente. L’opera che
ascolterete è appunto un frammento, un piccolo testimone
sopravvissuto alla distruzione. Il mondo dell’arte è lieto
che quest’opera sia giunta fino a noi e ringraziamo voi
visitatori e questo Teatro che insieme ad altri musei,
teatri, visitatori e spettatori oggi si è unito nel
ricordare.
Redazione
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