Negli anni '90, Silvio Orlando chiede a Domenico Starnone di
raccogliere i suoi scritti sulla scuola per farne uno
spettacolo teatrale. Ne esce, “Sottobanco”, che, alla fine
di quel decennio, arriva con successo dai palcoscenici al
cinema, sotto il titolo ”La scuola” e per la regia di
Daniele Luchetti.
Sulle scene come sugli schermi, l'opera racconta di un
gruppo di professori di liceo alle prese con gli scrutini di
fine d'anno, e, soprattutto, con le proprie insoddisfazioni
e le piccole scaramucce amplificate da un ambiente di lavoro
prevedibile ma ancora umano.
L'opera ritorna in questi giorni al Teatro Quirino, - sempre
con la regia di Luchetti - anche se, a distanza di quasi
venti anni, la scuola non pare più essere quella degli anni
Novanta, perché, al suo interno, le tensioni, le
insoddisfazioni del corpo docente si sono intensificate,
assieme alle disfunzioni dei loro alunni.
Al centro dell'azione due insegnanti cresciuti negli anni
Settanta con i loro ideali libertari, fanno ancora del loro
meglio per mantenere l'istruzione un'opportunità di crescita
per tutti, a dispetto del ceto e della classe sociale a cui
si appartiene. E verrebbe da chiedersi se siamo davvero
ancora ai tempi della scuola di massa...
Tra il prof. Cozzolino e la prof. Baccalauro, legati da uno
spirito egualitario, ma anche dalla serie di delusioni
amorose che li accomuna, rendendoli anche professionalmente
più vulnerabili, nasce un'intesa che li porta a coalizzarsi
nel tentativo (non riuscito) di salvare dalla bocciatura il
più reietto della classe. Il ragazzo, orfano e disadattato,
è il bersaglio delle critiche di tutto il corpo docente
della sezione, pur rilevandosi l'unico davvero in grado di
comprendere e di imitare in maniera efficace, attraverso le
sue infantili esternazioni, tutti i vizi, i difetti e i
desideri inconfessati degli insegnanti che puntano il dito
contro di lui, finché i ruoli di docenti e discenti non si
scambiano.
La vivace Marina Missiroli e l'esperto Silvio Orlando
confermano un affiatamento ormai rodato sui grandi schermi,
capaci di ritrarre con grande ironia e sensibilità,
attraverso situazioni paradossali e spassose, un mondo -
quello della scuola pubblica - che rimane un baluardo del
nostro vivere democratico.
Roberta Daniele
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