Un ricco scapolo, Orazio
Pignatelli, ha scialacquato tutti i soldi lasciategli
in eredità dal padre. Arrivato alla bancarotta è costretto a
farsi prestare del denaro da un mafioso, a condizionui
decisamente svantaggiose, per riuscire a far innamorare di
sè una donna che sia ricca e sola. Piuttosto che
passare il resto della sua vita in miseria Orazio è disposto
a rinunciare alla sua vita da scapolo, ma solo
temporaneamente. Il suo piano infatti è quello di sposare
Albertina (entemologa ricchissima) ucciderla,
ereditare e ricominciare a prendersi la vita come aveva
fatto fino a quel momento.
Lei è ricca, la sposo e l'ammazzo: è una divertente
ed anomala storia d'amore tra l'ex milionario spiantato ed
una ricca ma goffa ereditiera che si potrà uccidere o amare.
Il pubblico fra una battuta e l'altra assiste ad una
commedia che si regge su un finale che preclude ogni
tragedia annunciata.
Iannuzzo sempre divertente e leggero, appesantito
fisicamente dagli anni, si muove sul palcoscenico come una
vecchia tigre che non riesce a trovare l'uscita dalla
gabbia. Le battute, alcune tute sue, sono sempre a portata
di sorriso ma certamente dopo anni di uso hanno perso
parte dello smalto iniziale.
La Caprioglio, sempre bella, anche se accuratamente
imbruttita e mezza coatta nei gesti e nella sua infinita
apparente goffaggine e stupidità, è bravissima facendo da
contraltare con atteggiamemnti sinceri al raggiro poco
convincente dello spiantao Orazio.
Antonella Piccolo nei panni della governante di Orazio è un
pilastro insostituibile su cui poggia tutta la pièce. Ha un
chiaroscurato di voce che annuncia tutte le situazioni e già
nel tono ne trova la possibile e migliore soluzione. A
tratti ricorda, sia col gesto che con la voce
modulata, la verve di Tina Pica, grandissima caratterista
del passato difficilmente da imitare.
E' inutile svelare come finisce. gli intervenuti sanno bene
già dalle prime battute qyando una tragedia diventa
commedia. la difficile scenografia e la conduzione registica
portano alla conquista di un lieto fine.
Rimane sempre il fatto che lui il protagonista nel suo voler
essere scapolo a vita fa passare tempo e la sua fortezza
di intenti si sfgretola piano piano davanti alla bontà di
Albertina che gli dedica anche la scoperta di un insetto,
facendolo pasare alla storia e tutto per bontà e immenso
amore.
Una battuta per tutte, che ancora fa sorridere, è che
parlando d'incendi storici si dice che alcune città sono
state date alle fiamme. Jannuzzo aggiunge a queste Padova,
spiegando: è stato il fuoco di Sant'Antonio!
Comunque è un lavoro spassoso tutta da vedere ed applaudire.
Guerrino Mattei
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