Testo
brillante e dialoghi serrati in questo spettacolo a sei mani
di tre giovani promesse che calcano il palcoscenico con
sorprendente naturalezza.
Le due ore di spettacolo scorrono piacevolmente, senza
battute d’arresto o cali di tensione, mentre i tre amici
condividono confidenze, raccontano aneddoti ed esorcizzano
la paura delle responsabilità.
Flavio, Luca ed Ezio trascorrono il loro tempo intorno a un
tavolino davanti alla vetrina di un bar, che li ha visti
crescere ma non ancora maturare.
Sono pieni di vita, esuberanti, fantasiosi, rispettosi delle
regole familiari, bravi ragazzi con poche crisi esistenziali
e molti valori condivisi.
La profonda sintonia a volte è turbata da qualche
imprevisto: la sospetta gravidanza della fidanzata di Luca,
l’incontro di Ezio con una ragazza energumena che preferisce
le rudezze alle dolcezze dell’amore, un contatto di lavoro
andato in fumo per Flavio. Ciascuno, instancabilmente,
ammannisce consigli e soluzioni per tutti i problemi, mentre
insieme camminano verso l’acquisizione di una consapevolezza
che prevede anche qualche inciampo come il tentativo,
malriuscito, di scassinare la serranda del bar e
appropriarsi dell’incasso: più un gesto per misurare il
proprio grado di sfida all’indolenza che una propensione
alla delinquenza.
Opera prima dei tre interpreti che in scena assumono i
propri nomi, sviluppa temi peculiari della gioventù odierna
con garbo e attenzione alle implicazioni psicologiche.
Un plauso agli attori, anche autori e registi, che senza
ricorrere al turpiloquio quotidiano imperante rappresentano
la loro autenticità e i loro sogni, suscitando nel contempo
tanta ilarità tra il pubblico.
Chissà che un cigno non diventi un pavone!
Tania Turnaturi
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