Nella tradizione dello storico Teatro Arcobaleno il teatro
“è letteratura”, non deve stupire, dunque, che il lavoro di
Isabel Russinova, portato in scena in prima nazionale al
Festival Internazionale del Teatro Romano di Volterra,
rappresenti la migliore lettura del racconto di Tito Livio
sulla donna etrusca più influente nella storia politica ai
tempi della fondazione di Roma.
La storia di Tanaquilla, che cercheremo di raccontarvi
brevemente, è quella di una donna di Tarquinia, importante
centro etrusco del VII secolo a.C., nobile, ricchissima,
ambiziosa, perfino avvolta da una sacralità speciale,
sposata a Luchmon, figlio del greco Demarato che, fuggito da
Corinto, con un seguito di ceramisti e di pittori
eccellenti, si era stabilito a Tarquinia. Ma a Luchmon,
proprio perché figlio di uno straniero, non era permesso
dalle tradizioni etrusche di percorrere una brillante
carriera politica, per cui Tanaquilla spinge il marito a
trasferirsi a Roma, città ancora giovane e in cerca di una
propria identità, dove diventare con il nome di Lucio (Luchmon)
Tarquinio (proveniente da Tarquinia) Prisco, il primo dei re
etruschi. Sui colli tiberini esistevano soltanto sparuti
villaggi e nei luoghi pianeggianti regnava ancora la palude,
Tarquinio prosciuga i terreni e costruisce gli edifici che
sarebbero rimasti per sempre il nucleo monumentale
dell’Urbe, trasmettendo ai romani tutti i cerimoniali, i
simboli e la raffinata cultura etrusca.
La Russinova, oggi attrice impegnata e scrittrice di teatro,
dà vita a un atto unico in cui interpreta Tanaquilla, una
donna innamorata che abbraccia con riverenza il marito e
vaticina la gloria che lo attende. E anche quando, con
crudeltà, i figli di Anco Marzio comprendono il pericolo di
rimanere fuori dai giochi e uccidono il re Tarquinio,
Tanaquilla nasconde la morte del marito e nomina il genero
Servio Tullio come legittimo successore, preferendolo ai
suoi stessi figli naturali.
L’autrice, accompagnata dalle musiche di Antonio Nasca, è
dunque anche protagonista di un monologo - che per sua
natura dovrebbe tendere a costituire la scena più memorabile
dei nostri spettacoli preferiti - che, invece, non convince
del tutto, risultando poco efficace nel trasmettere la forte
personalità e i tumulti interiori di questa figura femminile
poco conosciuta.
Roberta Daniele
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