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direttore Guerrino Mattei

  

 

 

 

 spettacoli 

 

 

 

 

ROMA - TEATRO PARIOLI  Peppino De Filippo

Centro di produzione d’arte contemporanea Teatro Carcano

presenta

Aspettando Godot

testo di Samuel Beckett

Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Enrico Bonavera, Michele Degirolamo

scene Francesco Bottai disegno luci Salvo Manganaro costumi Lorenzo Cutuli

regia Maurizio Scaparro
 

Dal 14 al 24 febbraio 2016

 

Antonin Artaud, voce autorevole del teatro d’Avanguardia, scriveva che “senza la crudeltà, che è alla base di ogni spettacolo, non c’è teatro”.

La crudeltà dell’esistenza, intesa come tragicità della condizione umana, pervade i protagonisti del celebre “Aspettando Godot” di Beckett: Vladimiro, chiamato anche Didi, e interpretato in questa messa in scena diretta da Maurizio Scaparro da Luciano Virgilio, ed Estragone, chiamato anche Gogo, interpretato da Antonio Salines. Nel teatro dell’assurdo beckettiano, tutto fondato sull’astratta condizione dell’attesa, i due buffi personaggi, ridotti a postulanti, si ritrovano per i due atti sotto un albero spoglio in una deserta strada di campagna; sono lì perché un certo Godot, che conoscono appena e da cui dipende il loro avvenire, ha dato loro appuntamento.

Nell’opera beckettiana non mancano la comicità e l’ironia che si accompagna alla crudeltà della prevaricazione tra gli uomini, ben rappresentata dalla coppia che irrompe in scena: Pozzo (Edoardo Siravo), istrionico proprietario terriero pieno di boria e di presunzione, e Lucky (Enrico Bonavera), facchino malinconico e instancabile, tenuto al guinzaglio dal suo padrone. Lucky rivela, tuttavia, una sorprendente vitalità quando inizia un delirante monologo erudito non appena gli viene concessa la possibilità di parlare.

La paziente attesa è dunque la partitura emotiva di un testo diventato classico in breve tempo, segnata dall’ironia dei paradossi verbali e dei ragionamenti strampalati utilizzati per sconfiggere l’estenuante inutilità dell’esistenza, nella disperata necessità del ‘passer le temps' e di allontanare l’idea stessa del suicidio come soluzione finale.

L’allestimento di Maurizio Scaparro del capolavoro del drammaturgo irlandese, il quale colloca l’azione in un mondo ancora sconvolto dal conflitto mondiale e dall'Olocausto, colpisce per l’ambientazione poetica (curata da Francesco Bottai e, per il disegno luci, da Salvo Manganaro) e fa riflettere sulla necessità di ciascuno di noi di vivere una più rassicurante esistenza parallela nel ‘giuoco’, aggrappandoci spesso alla fantasia pur di sfuggire alla realtà.

 

Roberta Daniele

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Via Giosuè Borsi, 20 – Roma

 info@teatropariolipeppinodefilippo.it