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 turismo

 

 

 

 

 

 

ASCOLI PICENO - PICENO SENSE OF PLACE

 

La transumanza

 

Tradizioni e miti marchigiani

 

Manifestazioni sostenute dal Gal Piceno:

“Aspettando il Festival dell’Appennino” e “Eden Piceno”

 

 

 

 

Rito della migrazione degli animali lungo i tratturi e i sentieri

 

 

 

 

Due Parchi Nazionali, Monti Sibillini e Gran Sasso-Monti della Laga, gravitano sul territorio della provincia di Ascoli Piceno.

Con l’intento di tutelare, valorizzare e divulgare le peculiarità locali, è nato il progetto “Piceno Sense of Place” sostenuto dal Gal Piceno, di cui a maggio si sono realizzate due iniziative: “Aspettando il Festival dell’Appennino” e “Eden Piceno”.

La denominazione “Sense of Place” estrinseca e veicola il significato profondo della moderna concezione di turismo consapevole secondo la quale il turista non cerca più solo destinazioni da visitare ma esperienze da vivere, emozioni da captare, interessi da soddisfare, conoscenze da sviluppare, tradizioni da riscoprire, identità sociali e culturali da svelare, appartenenze da verificare che emergono dal patrimonio culturale, storico, ambientale, enogastronomico.

 

 

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www.picenosenseofplace.it

tel. 0736341725

 

 

Un turismo, quindi, che non si indirizzi verso esigenze di massa consumate sull’onda della velocità, ma che, invece, riscopra riti antichi ancorati alla territorialità in una permanenza atemporale che racconta di miti, leggende, valori ancestrali, tradizioni rurali.

La pastorizia, attività che ha qualificato per secoli l’economia dell’entroterra, si sostanzia nel rito della migrazione degli animali lungo i tratturi e i sentieri, antica rete viaria di comunicazione e scambio tra comunità rurali, dipanando quel tessuto sociale e culturale che rappresenta l’identità di un luogo.

Per promuovere il territorio montano della provincia, “Aspettando il Festival dell’Appennino” il 3 e 4 maggio ha proposto la 3ª edizione della “Transumanza” come occasione esperienziale di grande impatto percettivo.

Da Arena di Roccafluvione sui monti Sibillini, il gregge dell’Azienda Agricola Giuseppe Monti con 400 pecore, 45 bovini, 50 cavalli coi butteri inizia il suo percorso verso i pascoli d’altura, dove sosteranno per tutta la stagione estiva all’ombra del monte Vettore. La sera si fa sosta a Polverina frazione di Comunanza a oltre 400 m d’altitudine, il giorno successivo si sale fino ai 900 m di Balzo di Montegallo, dopo aver percorso una ventina di chilometri, sotto la guida dei pastori e dei cani maremmani.

Chi vuole vivere l’esperienza emotivamente segue il gregge in carovana con zaino e scarponi, adeguandosi ai tempi delle pecore che brucano, allattano gli agnellini, si smarriscono sulle balze e bisogna cercarle per ricondurle sul sentiero. Nello stazzo allestito a Polverina, un paiolo fumante di penne all’arrabbiata e panini con salsiccia rifocillano dalle fatiche.

Non c’è tempo da perdere! Bisogna mungere, tosare, preparare il formaggio, domare i cavalli, cuocere il maialetto allo spiedo. Unica concessione alla modernità, la proiezione del documentario “A passo d’uomo tra i pastori” realizzato dall’Associazione Marsia 360°, nella chiesetta in cima alla spianata.

La cena col tradizionale piatto della “pecora ‘ngallara” è allietata dai suonatori d’organetto che rievocano la tradizione musicale marchigiana con stornelli, tarantelle, tammuriate, saltarelli, per concludere in allegria la “notte del pastore”.

La mattina successiva l’eco del mito della Sibilla Appenninica ci conduce a Montemonaco, sul pianoro prospicente il monte che prende il nome dalla sua leggendaria abitatrice, immerso nella folta vegetazione del parco. A Villa Curi il Museo della Sibilla  proietta nel fascino di un passato magico e leggendario che emerge dagli antichi libri, dalle pergamene, dai reperti storici e archeologici, testimoni della strettissima relazione tra il tessuto paesaggistico e urbanistico e la tradizione letteraria e mitologica.

Con “Eden Piceno” il 10 e l’11 si è disvelata la ricchezza di specie officinali e acque termali di cui è disseminata la terra ascolana, che hanno favorito lo sviluppo di laboratori alchemici e l’affermarsi della medicina popolare: il giardino delle meraviglie, l’Eden. Sulla scia del botanico Antonio Orsini, autentico ‘genius loci’ si è visitata ad Ascoli la Cartiera Papale sede del museo che gli è stato dedicato, la villa del conte Sacconi di cui realizzò il parco, fino al monastero Valledacqua di Acquasanta Terme il cui laboratorio custodisce i segreti dell’arte fitoterapica dei monaci camaldolesi.

Abbondante raccolta di erbe spontanee nelle bioescursioni, pranzi alle erbe e, per un tuffo negli aromi delle antiche spezie, d’obbligo assaggiare lo sciroppo alla violetta.

Tania Turnaturi