FactaNet                  
diretta da Guerrino Mattei

 

 

 

 

 

 turismo

 

 

 

 

MONTEMONACO DI ASCOLI PICENO

 

 

“Il legno che si fa Musica”

 

La tradizione liutaria e il progetto “Piceno Sense of Place” del Gal locale

 

 

 

Il progetto “Piceno Sense of Place” del Gal locale, promuove le aree interne della provincia di Ascoli Piceno evidenziandone il profilo culturale, storico, ambientale ed enogastronomico, proponendo esperienze da vivere. La moderna concezione di turismo consapevole, infatti, rifugge dalla fruizione di massa  e condivide emozioni, odori, sapori con chi esprime gli stessi orientamenti.

 

 

Il Festival dell’Appennino da maggio 2013 ha creato

occasioni di conoscenza dell’entroterra ascolano tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con escursioni naturalistiche e corollario di visite di borghi storici, convegni, concerti di musica popolare, spettacoli teatrali, proiezioni, mostre, rievocazioni di miti e leggende, degustazioni.

 

***

  www.picenosenseofplace.it

tel. 0736341725

“Aspettando il Festival dell’Appennino”, spiega il direttore artistico Carlo Lanciotti, è l’happenning per giornalisti aperto al pubblico, che il 18 e 19 ottobre, a Montemonaco (monte dei monaci benedettini)  sviluppa il tema “Il legno che si fa Musica”.

Dalla chiesa di San Lorenzo di Vallegrascia ci inerpichiamo per 4 km verso la frazione di Altino, dove lo spirito trova ristoro nel dolce suono di un violino davanti all’affresco di San Sebastiano, nel gotico santuario di Santa Maria in Casalicchio.

Il pomeriggio, sotto le volte del Museo Sistino nell’ex chiesa di San Biagio, tra vari strumenti musicali, echeggia la domanda: “Per costruire un violino ci vuole il Fisico?”. Sì, certo, la nobile arte del liutaio deve ottemperare alle leggi dell’acustica per realizzare strumenti dal suono melodioso.

La liuteria ascolana vanta una tradizione che risale al ‘700 (Ascoli è stata capitale mondiale della liuteria dal 1955 al 1967) grazie alla presenza dell’acero e dell’abete rosso nelle microaree boschive di Montemonaco, essenze particolarmente idonee. Il liutaio Piero Castelli  illustra le fasi di realizzazione di un violino: i ciocchi di abete (destinati al piano armonico) e di acero, stagionati per anni, sono divisi in spicchi e tagliati a listelli e le fasce, rese flessibili nell’acqua, sagomate su forme di rame; assemblate tutte le parti, lo strumento viene verniciato con resine naturali e gommalacca nella colorazione tipica di ciascun liutaio, poi essiccato e lucidato con alcool. I violini della storica bottega Castelli sono caratterizzati dalla laccatura rosso-giallo o rosso-bruno ottenuta col sangue di drago.

Con grande passione Pierfilippo Melchiorre (che svolge attività di ricerca sulle tradizioni popolari picene, strumenti musicali della tradizione e liuteria popolare) ricorda che il legno è connaturato con la musica: il pollone di castagno scorticato e inciso a un’estremità diventa flauto armonico effimero, oppure un ramo di sambuco privato del midollo. Fino a Guido d’Arezzo la musica si trasmetteva oralmente, i saltarelli e la tarantella variavano da un luogo all’altro, e nel mondo rurale il musicista era venerato come uno sciamano.

Conclude il Quartetto Castelli con un variegato concerto d’archi su musiche di Bach, Mozart e Paganini.

La domenica, dopo un’escursione sugli antichi sentieri dei Monti Sibillini, la rappresentazione del Guerrin Meschino, adattato e interpretato da Marco Renzi dall’opera quattrocentesca del trovatore Andrea da Barberino, catapulta nel fiabesco mondo cavalleresco, narrando del Meschino che, dopo mille traversie, giunge nell’antro della Sibilla Appenninica, di cui oggi è visibile solo l’ingresso a 2000 m di quota, e, sperando di avere notizie dei suoi genitori, resiste per un anno alle tentazioni lussuriose della Fata Alcina nel suo regno sotterraneo.

 

Tania Turnaturi