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direttore Guerrino Mattei

  

 

 turismo 

 

 

 

PUGLIE - VISITA ALLO SPERONE D'ITALIA

 

 

 

IL GARGANO

 

 terra di poesia e bellezza naturale e artistica

 

 

 

Lo stile romanico-pugliese  è il marchio di un’epoca e di una regione

 

 

 

Siponto, Peschici, Vico del Gargano,

 Monte Sant’Angelo

 

centri ove la storia si è fermata a testimonianza di antiche civiltà raffinate e culturalmente progredite  

 

 

La Puglia, da sempre, come buona parte del Sud, è terra crocevia di popoli e di culture dopo la decadenza dell’Impero Romano e l’invasione dei Goti e Bizantini eventi necessariamente collegati: allorché i Longobardi, nel VI secolo, presero il Ducato di Benevento, che comprendeva Monte Sant’Angelo; e Grimoaldo I nel 650 sconfisse i Bizantini e pensò ad una vittoria nel nome di San Michele.

I longobardi unificarono popolazioni teutoniche e italiche e fecero della grotta il loro luogo sacro,inserendola negli itinerari sacri da Roma in Terra Santa. I pellegrini giungevano a Roma percorrendo la Via Francigena se da Ovest, la Romea se da Nord, e la "Via Sacra longobardorum” che congiungeva Roma al Gargano passando per Benevento, collegando tutta l’Italia meridionale all’Europa, lungo il suo tracciato sorsero monasteri e chiese con ricoveri e “hospitales” per i numerosissimi pellegrini. (figura tipicamente medievale)

E’ il caso dell’area della regione sita nel promontorio del Gargano, detto “Lo Sperone d’Italia; pare che il nome derivi dall’illirico Gar che vuol dire monte, anche Dauno era di origine illiriche, il re che unificò il suo popolo e diede il nome al territorio e alla popolazione della Puglia del Nord.

 

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Testi consultati:

Parco Nazionale del Gargano: dell'Ente Nazionale del Gargano

 Il Parco per ogni stagione: guida al Parco nazionale del Gargano

 

 

Qui dal periodo preistorico alle successive Età del Bronzo allorché in ordine cronologico e per sintetizzare al sua interminabile storia partiamo dai Dauni intorno al VII secolo a.C., che accolgono e rielaborano influssi di varie civiltà, in particolare l’Illirica, che veniva dalle Regioni Balcaniche, e l’Ellenica, che veniva dalla Grecia. La Capitale era Siponto, che sorgeva dover oggi è la località cupola, in cui è, stata ritrovata la maggior parte delle “Stele Daune”, cippi legati al culto dei morti. Per l’estendersi delle paludi la zona di sopravvivenza , Siponto, venne abbandonata, e la civiltà Dauna, dopo 4 secoli di splendore, scomparve senza diffondersi altrove. Rimase solo la capitale romana Siponto che sorse a sud di Manfredonia, sulla via Traiana: la strada che portava da Roma a Brindisi, porto verso l’Oriente in età romana, in zone costiere fertili e pianeggianti, adatte alla produzione di olio e vino, su cui sorsero Villae dal porto di Mattinata, in cui si vedono ancora i resti di Villa Agnuli. I romani protessero il “Nemus Garganicum", il bosco, come luogo sacro e regolatore del ciclo d’acqua. Caduto l’impero romano vennero goti e longobardi, bizantini e saraceni: le popolazioni, per ripararsi dai pericoli che venivano dal mare e dalle paludi malariche, si spostarono verso l’interno, o in alto, dando vita ad architetture spontanee, ancora visibili nei borghi rupestri, scavati nella roccia, di Peschici, Vico del Gargano, Monte Sant’Angelo. I "tratturi" dal Tavoliere all’Appennino, percorsi da greggi e pastori che andavano in cerca di pascoli, si intrecciarono con le vie sacre dei pellegrini medievali in cammino verso la grotta si San Michele. Quindi Normanni e Svevi, con Federico II e Manfredi, fecero costruire castelli e torri, masserizie, mura, fortificazioni e cattedrali, in quello stile romanico-pugliese che è il marchio di un’epoca e di una regione.

Le vie sacre accoglievano i passi di tutti: papi, imperatori, regine, principi della Chiesa e dell’Impero, ricchi e poveri, santi e peccatori, mercanti e asceti, uomini e donne di mondo e di Dio, in armi e in pace. Il lungo viaggio comportava disagi e fatiche, il rischio di morire per stanchezza,  malattia, assaliti da briganti e da lupi., ma favoriva conoscenze, scambi d’informazioni, mescolanze di lingue, culture e usanze. Territorio e vita del Gargano sono segnati da questa pratica millenaria, che ha fatto storia delle architetture, luoghi, tradizioni, riti, e si ritrova anche in nomi di persone e di luoghi, come “Lombardi”, “Pellegrino”, e “Valle Scannamugliera” trascrizione di “Scahnderh Mulelerh", che il lingua gotica significa “Forte e grande a salire”. Le Vie sacre, quelle commerciali e della transumanza si incrociavano e sovrapponevano, segnando la storia politica, economica, sociale e culturale del Gargano. Molte strutture di ricovero furono costruite sui tragitti, fra cui quella di San Leonardo di Siponto, preziosissimo romanico pugliese con influssi d’Oriente, nelle cui vicinanze gli scavi hanno fatto emergere una basilica paleocristiana e di catacombe. A Siponto erano collegati tutti i centri del Gargano, fin dall’antichità, per motivi politici e commerciali, Una fitta rete viaria collegava le numerose comunità, prima pagane, poi paleocristiane, infine cristiane.  ciascuno dei quali ha lasciato proprie tracce in tutto l’ambito antropologico degli abitanti.

 

Andrea Novarino